Come la terra, ferma, riposa
aspetta la prima foglia verde il tepore
di nuova primavera a venire.
Così sto io.
L’anima si mette in attesa
che germogli impazienti emergano
da spessa corazza di silenti timori.
Fermento febbrile di cose a venire
sotto spesse coltri di ferite antiche
anela il caldo respiro che le faccia vive.
Paziente attende il cuore che arrivi il tempo
di un nuovo sole.
Versi delicati e insieme di straordinaria intensità, con la stagione del prepotente fiorire e colorare che s’appressa, metafora, specchio da apporre in tutto combaciando, ai Tuoi aneliti, alle Tue attese, del Tuo intenso “sentire”