Non mi interesso di politica, non l’ho mai fatto e forse per questo non la comprendo, non ne seguo le dinamiche di palazzo se non come spettatrice curiosa, concorde a volte, fortemente discorde altre volte, critica molto spesso.

Amo pensare con la mia testa e mantenermi fedele per quanto mi è possibile alle idee di uguaglianza, libertà, rispetto, civiltà, democrazia, sottese ad ogni società di persone che costituiscono uno stato moderno, compreso il nostro.

Quindi non mi interessano le definizioni di destra, sinistra et similia, connesse alla vita politica, non mi interessa etichettare in qualche modo il nuovo governo appena costituito, se non calibrandolo sulla tristemente nota incompetenza, insensatezza e talvolta completa mancanza di senso civico e rispetto delle istituzioni dei loro rappresentanti. Ma così è stato deciso e mi adeguo.

Una sola cosa mi sento di dire oggi, e suona come una raccomandazione di madre al figlio scapestrato. Oggi, nell’anniversario della prima volta nella storia d’Italia in cui alle donne veniva concesso il diritto di voto.

Fate attenzione a non calpestare, cari signori a cui sono affidate le sorti del nostro paese, i diritti che una società civile ha acquisito nel tempo, passando quasi sempre, come un fil rouge sempiterno, attraverso la conquista di diritti proprio da parte delle donne.

Le donne sono geneticamente programmate per mettere al mondo figli e per provvedere alla loro crescita, non possono tornare indietro, non possono rinfilarsi in pancia un figlio appena partorito, non possono trattenerlo all’età degli abbracci e delle coccole, sono costrette a seminare in esso i germi dell’adulto che sarà, sapendo che non potrà tornare di nuovo mai niente di quello che è stato.

Le madri proteggono i figli, li difendono, li spingono a crescere, non è ammessa la retrocessione.

I diritti civili sono come i figli di una società e alle donne, private di diritti, tenute al margine della vita politica, differenziate sul lavoro, picchiate e persino uccise in estrema ratio quando difendono i propri diritti alla libertà e alla scelta a partire dall’atomo della società e cioè la famiglia, è implicitamente affidato il compito di difenderli. E lo faranno.

Non tornate indietro, per citarne solo alcuni, sul diritto all’aborto, sui diritti di coppie omosessuali, sui diritti di essere accolti e aiutati delle persone che fuggono dai loro paesi in guerra, perchè avrete le donne in piazza, finalmente aggiungo, a trascinar avanti, e ancora avanti, come solo le madri sanno fare, le sorti di questo nostro paese allo sfascio.

Ferdinand Victor Eugène Delacroix, “La Libertà che Guida il Popolo”, 1830

Non è un caso che nel quadro simbolo della Francia e della sua rivoluzione, sia Marianne, una donna, a portare la bandiera che rappresenta Libertà, Uguaglianza e Fratellanza.

Non provocateci, veniamo uccise al ritmo di una ogni 2 giorni e mezzo da mariti, fidanzati et similia, per non parlare di tutto quello che viene prima.

Non abbiamo paura.

Per difendere i diritti e la comunutà dei suoi figli, le donne non hanno paura.

3 Replies to “Libertà, Uguaglianza, Fratellanza. Tocca a noi.”

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