Adoro stare a casa.
Quando fuori è freddo e piove e il mondo reclama il clamore del sabato sera, io sto, nella mia zona di comfort, rannicchiata nel silenzio di spazi che mi sono amici, che mi sono modellata intorno a mia immagine e somiglianza.
E sto bene.
Quando poi una voce sconosciuta ma in qualche modo affine mi tiene compagnia nelle ore della notte che precedono il sonno, quella diventa una serata da ricordare, con l’affetto e la riconoscenza dovuta alle occasioni particolari. Non sai se si ripeterà quell’alchimia particolare, ma finchè quella voce rompe il silenzio e accompagna i minuti ti accorgi di esser contenta, e te la godi, finchè dura.
La televisione rimasta accesa e poi il divano a chiuder la giornata a notte fonda, e un film trovato per caso e guardato per lasciar fluire l’adrenalina della felicità, e poter dormire.
S’intitolava “Tenderness”, un film del 2009, interpretato da Russel Crowe. Uno dei film ‘minori’ della sua filmografia da botteghino sbancato, lento, strano, interiore, triste anche.
Sul finale un monologo strepitoso, che mi attraversa da parte a parte e, facendolo, mi appartiene.
L’ho cercato, trovato, trascritto. Eccolo:
Mia moglie dice sempre
che ci sono due tipi di persone.Quelle che inseguono il piacere…
e quelle che
cercano di sfuggire al dolore.Forse ha ragione.
Non so.
Ma quello che so è questo:
il piacere aiuta a dimenticare,
ma il dolore…
il dolore ti costringe a sperare.
Ti dici:
“Non può durare.”
“Oggi potrebbe essere diverso.”
“Oggi…
qualcosa potrebbe cambiare.”
Ed ecco che in una manciata di parole, in una notte di veglia come tante scopro un altro piccolo pezzo di senso. Che so, da molto tempo ormai, che mi appartiene come sentore confuso, che mi pervade come nebbia sottile. Ora ce l’ho, nero su bianco. “Non può durare.”“Oggi potrebbe essere diverso.”“Oggi… qualcosa potrebbe cambiare.”
Ed è strano come niente, ma proprio niente succeda per caso.
E sorrido.
Perchè è già durato abbastanza.
Perchè ‘oggi’ è oggi, e qualcosa potrebbe cambiare…e anche domani sarà ‘oggi’, e qualcosa potrebbe cambiare.
E, prima o poi, dovrà pur cambiare.
Prima o poi, cambia.
Se è ora, non è a venire; se non è a venire, sarà ora; se non è ora, pure sarà a venire – essere pronti è tutto.
(W. Shakespeare: Amleto)
Pronta…
Grazie Sergio, grazie.
Io in questo inverno mi son sentita in letargo. Proprio un ritiro biologico dal gelo che imperava fuori. Adesso però che le temperature stanno diventando più miti mi sto smuovendo.