Clara e Alberto erano seduti al loro tavolo in un ristorante colmo di varia umanità e chiassoso come solo i luoghi affollati da gente divertita riescono ad essere.
Erano allegri e vicini.
Sodali.
La confusione intorno raramente era in grado di distrarli dai flussi delle loro conversazioni, ricche di scambi di emozioni.
E anche quella sera era così. Nonostante il frastuono festante.
“Sto pensando alla definizione di ‘anima gemella’” disse ad un certo punto Alberto.
Clara concentrò la sua attenzione sulle parole di Alberto. Ne era sempre catturata e adesso si sentiva incuriosita dalle ipotesi su dove un tale incipit avrebbe condotto il loro discorrere.
Alberto proseguì:
“Il termine che usano gli inglesi per dire ‘anima gemella’ è ‘soulmate’, il compagno dell’anima. Quasi volessero indicare due anime che si son trovate, si sono incontrate e si accompagnano nella vita.”
Clara sorrideva, l’emozione che le nasceva nel cuore alle parole di Alberto non riusciva ad essere contenuta nell’anima e si disegnava sul suo volto.
Alberto aggiunse:
“Io mi chiedo se possa essere tu la mia ‘soulmate’. Mi chiedo cosa debba fare o essere o rappresentare una persona perché possa essere da me definita la mia ‘soulmate’. Cosa definisce reciprocamente due soulmate?”
La domanda sorprese Clara e la stupì al tempo stesso, ma d’istinto rispose:
“Si ri-conoscono.”
Poi aggiunse, cercando le parole migliori per spiegare a se stessa in primis e ad Alberto quello che intendesse:
“Credo che si conoscano reciprocamente e reciprocamente si riconoscano. Che imparino a conoscere se stessi attraverso l’altro e conoscano l’altro attraverso se stessi. Credo si comprendano, parlino lo stesso linguaggio delle emozioni. Che trovino, in ogni ambito, un pezzo di sé nell’altro. E un pezzo dell’altro in sé. E questo li faccia sentire a casa. Credo che due ‘soulmate’ si sentano a casa.”
E proseguì, con una punta di fanciullesco entusiasmo, colma di gioia:
“Io, con te, mi sento a casa.”
Tacquero per un attimo.
Il ristorante tutto intorno, col suo chiasso confuso, all’improvviso non esisteva  più.
Alberto e Clara erano altrove, nella bolla sospesa fatta di quell’ossigeno vitale che erano, per loro, le loro emozioni.
Erano a casa, la ‘loro’ casa.
Poi Clara riprese:
“E tu cosa rispondi alla domanda che ti poni se io possa o meno essere la tua ‘soulmate’?”
Alberto rispose sicuro, guardando dolcemente negli occhi di Clara:
“Se non tu, chi?”
(immagine dal web)

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