(immagine dal web)

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C’era una volta, ma dove chissà,

un luogo un pò strano a vederlo da qua.

Erano sempre tutti scuri e arrabbiati

e facevan discorsi ben poco sensati.

Nere le facce, neri anche i cuori

“Non vogliamo nessuno che porti i colori!”

Questo dicevan come pecore in coro

e il buio abitava ogni parte di loro.

Poi venne dal mare salvato un bel giorno

un bambino che aveva i colori del mondo.

Narrava di terre baciate dal sole

sconfitto da guerre che il cuore non vuole.

Narrava di freddo, di fame e di vento,

di lunghi cammini compiuti a stento.

Visto aveva il filo spinato

che la libertà gli aveva levato.

Poi il mare alla fine lo aveva cullato

ma in una notte d’inverno si era arrabbiato.

Solo, impaurito, smarrito e bagnato

finito il viaggio, lì era arrivato.

Nel paese sognato degli uomini spenti,

che paura avevano, stretta tra i denti,

che il bimbo arrivato dal posto lontano

venisse a prender le cose di mano.

Ma il bimbo voleva solo cominciare a sperare

di poter un giorno tornare a giocare.

Dal buio informe del coro belante

si alzò improvvisa una voce squillante:

“Ma quello è un bimbo come son io,

può essere suo tutto quello che è mio!”

“In cambio sapete che cosa farà?

A vivere insieme ci insegnerà!”

“E il buio tremendo di sterili cuori

verrà riempito dai suoi bei colori!”

Così disse entusiasta quel bimbo sincero

e prese per mano il suo amico straniero.

Andarono incontro ad un giorno nascente

che vedrà stare unita tutta la gente.

Perchè il diverso è uguale, se visto col cuore,

e insieme inventiamo un nuovo colore.

(Elena Brilli)

 

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