C’è una pubblicità, di una delle tante piattaforme per il gioco on line, che recita così:

“Ci risiamo, ti tocca bluffare. Sei deciso?

Però… Pensa a quelle volte in cui hai bluffato te stesso!

Alla barra per trazioni che ti sta aspettando da mesi.

A quel libro, che un giorno sicuramente leggerai.

Ai tuoi genitori, quando ti convinci che non abbiano mai fatto l’amore.

Pensa… Perché se puoi bluffare te stesso, puoi bluffare chiunque.

Perché tu sei già un giocatore di poker.”

A prescindere dalla sua finalità ultima che è quella di portare quante più persone possibile a spendere i propri soldi nei giochi on line che la piattaforma propone, da quando l’ho sentita la prima volta io ne sono rimasta affascinata per il sottile risvolto psicologico che la pervade.

E mi son trovata a chiedermi quanto sia vero e in quante situazioni si verifica, che ci si trovi a prendere in giro se stessi. A bluffare, in fondo, su una miriade di aspetti della propria vita.

E mi viene da pensare ad alcune scelte del mio passato, alle tante scuse che costruisco e a cui riesco a dare la dignità di una scelta, per fare o non fare determinate cose, alle tante cose non dette e talvolta appositamente non pensate nemmeno, nascoste il più delle volte nella velatura di uno sguardo o nell’isteria di una risata.

E allora il testo della pubblicità coglie nel segno, perchè tante e tante volte che magari non si riesce neanche più a contarle, si bluffa noi stessi in modi che talvolta hanno una tale fantasia e architettonica perfezione, da far quasi paura.

Quindi, se siamo così bravi con noi stessi, cosa vuoi che sia bluffare con gli altri?

La sincerità, l’onestà intellettuale, è un’abitudine, lastricata di fatica, da allenare ogni istante. Tanto più complicata da coltivare con noi stessi di quanto non lo sia con gli altri. Funziona un pò come i vasi comunicanti. Se arrivi a scegliere di non bluffare più te stesso, automaticamente diventi incapace di farlo con gli altri. Ma non è facile.

Perchè sta nell’indole di ognuno cercare di svignarsela quanto più possibile, dalla verità, da quell’onestà intellettuale verso se stessi che ci rende gnudi, spogli, indifesi a qualsiasi attacco da dentro e da fuori.

Bluffare se stessi e gli altri, in qualche modo, ci protegge. E forse ci fa vincere la partita della nostra vita.

Perchè la vita è una partita a poker, in fondo. E allora è vero che siamo tutti giocatori di poker.

Chi bluffa? Su cosa si bluffa? Fino a che punto si bluffa? Ha davvero senso bluffare per rendersi la vita più semplice o bisogna avere il coraggio di giocare a carte scoperte e diventare finalmente uomini consapevoli e protagonisti, senza più scuse, della nostra partita?

 

4 Replies to “Bluff”

  1. L’aspetto che più mi ha colpito di quella pubblicità è la licenza grammaticale che i suoi autori si concedono, usando come transitivo un verbo intransitivo. Ma può essere che la scelta rispecchi l’evoluzione della lingua, non so… Per il resto mi sembra che attribuisca a tutti la stessa disinvoltura morale… può essere che il messaggio rispecchi l’evoluzione dei costumi, non so…

    1. Io non ho fatto caso alla costruzione grammaticale, ma mi son trovata a pensare a quante volte, nella mia vita, non abbia davvero preso in giro me stessa con le mie scelte.

  2. Non esserne così sicura… forse non stavi bluffando, quello che hai fatto era semplicemente quello che eri in grado di fare in quel momento. A posteriori, siamo capaci tutti di prendere la decisione migliore del mondo!

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